martedì 26 dicembre 2017

Alberello di Natale con crema al cacao e nocciola, sesamo e lamponi

Alberello anche io, ricetta di grande successo in tutti i social network, degli occhietti vispi mi chiedono "ci fai l'alberello di crema alla nocciola, per favore nonno?"
Il 99% dei miei lettori non farebbero un albero ai nipoti ma un bosco intero. Va beh tocca anche a me fare l'alberello quest'anno, la mia fama rimarrà intatta, non è una ricetta originale ma la faccio alla mia maniera aggiungendo il sesamo e la frutta rossa se gioco deve essere facciamolo fino in fondo.

Alberello di Natale con crema di cacao e nocciola, sesamo e lamponi
Ingredienti:
2 rotoli di pasta sfoglia, meglio di quella fatta on il burro, se siete fortunati ci sono pasticcerie che la vendono già pronta oppure al supermercato ci sono sia fresche che surgelate.
1 vasetto di crema di cacao e nocciola della marca che preferite
un uovo
semi di sesamo tostati
qualche lampone

Indifferente se rettangolare o quadrata io ho adoperato quella rotonda.
Foglio di carta da forno
Stendere la pasta sfoglia, bucherellare con una forchetta la pasta.
Versare sopra della crema di cacao e nocciola.
Mettere l'altro strato di pasta sfoglia sopra a coprirle uguale.
Disegnare albero, cioè un triangolo più un rettangolo piccolo sotto da fare come base.
Togliere la pasta in eccesso che riuserete per fare rettangolo sfogliati di crema al cacao.
Nel triangolo fare diverse linee di un centimetro per simulare i rami sia a destra che a sinistra senza andare in fondo per simulare il fusto dell'albero.
Attorcigliare i rami delicatamente la pasta scivola e la crema la cacao e nocciole si impasta alle mani.
Rompere l'uovo e separare il bianco dal rosso, sbattere il rosso con una forchetta e con un pennello distribuirlo sulla pasta sfoglia.
Spolverizzare di semi di sesamo e mettere in forno a 180 grandi per mezz'ora
Tirare fuori dal forno lasciare raffreddare una decina di minuti e poi al momento di portare a tavola, aggiungere i lamponi come a simulare le palline dell'albero di Natale e spolverizzare di zucchero a velo.

Per saperne di più :
Forse pochi sanno che il sesamo è particolarmente ricco di fibre, un gruppo di sostanze che non vengono digerite dal corpo. Una dieta ricca di fibre è associata a un minor rischio di cancro al colon e può aiutare a soddisfare l'appetito fornendo una sensazione di sazietà. Esistono due tipi principali di fibre (solubili e insolubili) che hanno diversi effetti benefici sul corpo: il sesamo contiene entrambi, ma con una percentuale maggiore di fibre insolubili (60%). 
Secondo più studi le fibre insolubili sono in grado di prevenire la stitichezza aumentando il volume delle feci. La fibra solubile invece può contribuire alla prevenzione delle malattie cardiovascolari diminuendo l'assorbimento degli acidi biliari. 
Alimenti ricchi di fibra all' interno di un'alimentazione equilibrata possono contribuire a fornire un aiuto nella gestione del diabete di tipo 2, rallentando la digestione del glucosio negli alimenti. 
Ahimè il sesamo è allergizzante riguarda il 3% della popolazione in generale.

martedì 31 ottobre 2017

Mouhalabieh con pistacchi e fichi ( Muhallabia)

Come sono fredde le notti nel deserto o sulle montagne del Golan, nessuno mai pensa al Medio Oriente come un luogo freddo. Eppure come il giorno la temperatura sale la notte scende moltissimo, tra le tende ci si scalda con una bevanda chiamata Sahlab, che viene fatta con latte caldo insaporito con un amido particolare chiamato Salep ricavato dai tuberi essicati e poi macinati d'alcune varietà d'orchidea come la Orchis Mascula. Orchis Militaris, Anacamptis morio.
Solo in pochi paesi si trova ancora il Salep come la Turchia, Siria, Libano, i tutti gli altri paesi a causa del pericolo dell'estinzione della pianta d'Orchidea la vendita è bandita.
Così si sostituisce il Salep con Amido di mais o farina di riso e si aggiunge zucchero e acqua di rose, caldo è un bevanda ristoratrice mentre freddo ha la consistenza di un budino, si deve muovere scuotendolo dicono le donne arabe, allora siamo di fronte a un Mouhalabieh o Muhallabia.
L'origine di questo dessert è molto antica e secondo più fonti la ricetta e l'uso delle polvere d'orchidea arriva dalla Persia, quando il Califfato Arabo conquista la Persia nel 651 d.c. il Califfato era guidato dalla dinastia Ommayade che assorbi la più ricca ed evoluta cultura persiana.
I cuochi a servizio della corte dell'ultimo Re Sasanide di Persia, dalla città di Ctesifonte vennero portati a Damasco, capitale del Califfato Arabo.
Da Damasco si diffuse questa ricetta in tutto i paesi del Califfato Arabo dalla Penisola Iberica, ai paesi del Nord Africa e in tutto il Medio Oriente compresa la Penisola Arabica, ogni popolazione ha poi elaborato una sua variante territoriale come c'è chi utilizza al posto del latte, il latte di mandorle oppure al posto della amido di mais, la farina di riso, oppure chi lo profuma con acqua di fior d'arancio.
Si ritiene che il Biancomangiare tipico della Sicilia, in particolare della zona di Modica, fatto con il latte di mandorle, sia il frutto dell'influenza della popolazione araba in Sicilia. 
Questa ricetta la utilizzo per più motivi, il primo è che è in grado d'accontentare tutti i commensali, anche i vegani, utilizzando il latte di mandorla al posto del latte vaccino.
Una ricetta low cost, che si può preparare d'anticipo e lasciarla in frigorifero già divisa in coppe, si abbina a frutta fresca e in particolare di frutta secca in tutte le stagioni, un risolvi dessert in poco tempo.

Mouhalabieh (Muhallabia) con pistacchi e fichi 
Ingredienti
1 litro di latte vaccino
50 g di Amido di Mais
100 g di zucchero
4 cucchiai d'acqua di rose alimentare 
Pistacchi triturati 1 cucchiaio per porzione più o meno 50g
3 fichi sodi e maturi

Si prendono 50 g o meglio qualche cucchiaio di latte dal litro di latte e si fa sciogliere l'amido di mais per non formare i grumi.
Si mettere il resto del latte a bollire
Si versa il latte dove avete scelto precedentemente l'amido di mais, unite anche lo zucchero e un pizzico di sale e si rimette sul fuoco mescolando come quando fate la crema per ottenere un composto un po' denso.
Spegnere e fare leggermente intiepidire e versare l'acqua di rose o acqua di fior d'arancio a piacere.
Versare nelle coppette individuali e mettere in frigorifero fino al momento di servire, potete prepararlo alcune ore prima, come la mattina per la sera. 
Prima di portare in tavola decorate con della frutta secca frantumata come i pistacchi e le nocciole e uno spicco di fico o altra frutta fresca a seconda della stagionalità lamponi, alchechengi, fragole o ciliegie.



giovedì 5 ottobre 2017

Tabbouleh di Gerusalemme

Uno dei primi piatti che ho avuto il coraggio d'assaggiare a Gerusalemme, talmente buono che credo d'averlo mangiato per una settimana intera.
Sono intollerante all'aglio e in tutti i piatti mi sembrava di sentirne l'odore, cosi mangiavo solo cibi selezionati dolci, frutta e pane, evitando la cucina locale.
A un certo punto ho sentito l'esigenza di qualcosa di diverso per completare il mio pasto e mi sono convinto a provare il Tabbouleh, uno dei pochi piatti senza aglio, uno dei piatti più poveri della cucina del Medio Oriente.
Il suo nome deriva dall'arabo tābil, che in Arabo Levantino vuole dire mescolare, le sue origine sono antiche, le prime documentazioni certe sono dopo l'anno Mille nel Medio Evo da una popolazione in parte stabile e in parte nomade che si spostava tra il Libano e la Siria.
Non si è potuto appurare se la pratica di produrre bulgur sia nata in quest'area (si utilizza il frumento integrale e grano germogliato, lo si cuoce a vapore, lo si secca al sole e poi si macina) oppure sia stata portata dai soldati dell'Impero Ottomano dell'Anatolia Occidentale, dove trasformavano l'orzo.
Quello che è certo è che questa zona è storicamente rinomata per la produzione di bulgur e che la diffusione del Bulgur e del Tabbouleh ha seguito la scia dei soldati dell'Impero Ottomano.
Tanto che il Bulgur e il Tabbuleh sono noti in tutti i paesi dell'ex Impero Ottomano dal Marocco all'Armenia e perfino ai Paesi dei Balcani, nella razione del soldato turco era previsto la razione di bulgur (proprio perchè secco facile da trasportare).
Ogni paese ha riadattato la preparazione ai proprio uso e abitudini alimentari, nei paesi del Nord Africa il tabboulet viene fatto con il cous cous, alcuni utilizzano il cetriolo altri aggiungono frutta secca e frutta fresca.
La vera rivoluzione del Tabbuleh è stata l'introduzione del pomodoro nell'800, tanto che oggi in alcune regioni lo servono con il pomodoro a parte, in teoria bisognerebbe adoperare pomodoro per insalata quello verde e rosso ma ho visto adoperare tutte le varietà del pomodoro.
In Occidente il Tabbouleh compare all'inzio degli anni '50 con i primi flussi migratori dalla ex colonie, l'interesse nei confronti di questo piatto si è diffuso negli ultimi anni con la dieta vegetariana.
La mia ricetta si ispira al Tabbolueh libanese che ho mangiato a Gerusalemme con più prezzemolo e menta, burgur, pomodori, olio d'oliva, limone ma viene caratterizzato da una spezia chiamata Sumac.
Il Sumac è una spezia che si utilizza in molti piatti del Medio Oriente, sono dei semi di una pianta selvatica che poi vengono seccati e triturati, dal colore marrone scuro, conferisce alle preparazioni una aroma simile al limone ma più delicato e speziato, lo si mette sul Kebab, sulla crema di ceci, sulla carne, sul pesce, fa parte della preparazione della Za'atar.
La mia versione prevede poco cipollotto che prima pulisco, passo sotto l'acqua corrente per fare perdere quell'aroma un po' forte, lo metto sopra cosi se non piace si può facilmente togliere.
Bisogna preparalo in anticipo perchè il Tabbouleh devo avere il tempo d'insaporirsi basta anche un 'ora prima.
Non dite anche voi che c'entra il salmone? Nulla ma a casa mia è cosi metto insieme Oriente e Occidente, Nord e Sud per il gusto di mescolare.

Tabbouleh di Gerusalemme
Ingredienti
50 g. di Bulgur (o cous cous)
150 g di Prezzemolo
100 g di Menta
3 Pomodori insalatari
1 Cipollotto fresco
olio di oliva extra vergine
sale
Sumac
1 Limone per il succo e la buccia "zeste"

In una ciotola mettere il bulgur ricoprire d'acqua calda ma non bollente con due dita più in alto del livello del bulgur.
Intanto lavo la menta e prezzemolo prendo solo le foglie, le tampono con della carta da cucina e le taglio con un coltello su un tagliere da cucina in legno.
Una volta che il bulgur è reidratato aggiungo dell'olio d'oliva extravergine
Intanto pulisco i pomodori, tolgo la parte centrale e faccio a pezzi
Prelevare le zeste da un limone e metterle da parte, spremerlo e ricavare il succo 
Prendo una ciotola e metto tutti gli ingredienti, il bulgur, i pomodori, il prezzemolo, la menta, aggiungo il sale, il succo di limone e aggiungo un cucchiaio da tè raso di Sumac, a Gerusalemme si dice più se ne aggiunge più è buono ma poi si rischia che sia troppo forte.
Chiudete la ciotola con un coperchio o carta per alimenti e mettere in frigorifero.
Preparo il cipollotto lo pulisco la taglio in due e lo passo qualche minuto sotto l'acqua, lo faccio asciugare e lo taglio a fettine sottili.
Prima di servire, togliere dal frigorifero il tabbouleh, assaggiarlo, se c'è bisogno regolate di sale e olio d'oliva, impiattarlo e mettere sopra delle fettine di cipollotto fresco tagliate sottili e le buccie di limone.
Nel mio caso ho aggiunto un crostino imburrato di salmone affumicato con maionese e qualche goccia di limone.

Per saperne di più: 
Si tratta di una ricetta con un ottimo rapporto qualità prezzo, un piatto povero che garantiva anche ai ceti meno abbienti un pasto dal punto di vista nutrizionale interessante e ricco di sapore. Per molti è un piatto da consumare più d'estate, io lo consumo tutto l'anno come in Medio Oriente.
Il bulgur come abbiamo detto è il frutto di una lavorazione che deriva dal frumento integrale e grano germogliato, l'interesse nutrizionale riguarda le vitamine del gruppo B, le fibre insolubili e la betaina
Le fibre insolubili come è noto aiutano e regolare la funzioni gastro intestinali, il consumo d'alimenti ricchi di fibra è consigliato a coloro che sono a dieta ipocalorica in quando possono contribuire ad aumentare il senso di sazietà di un pasto e di conseguenza a gestire meglio lo stimolo della fame tra un pasto e l'altro. 
Il consumo d'alimenti con betaina, secondo alcuni studi possono contribuire a tenere sotto controllo i livelli di omocisteina, un marker associato a malattie cardiovascolari e al diabete di tipo 2.

giovedì 7 settembre 2017

Tagliolini con pomodori datterini crudi, stracciatella di burrata e basilico

Ricetta estiva, vi ricordate quando faceva caldo anzi molto caldo, una pasta veloce che si presenta bene. Non c'è alcuna grande prova di cucina, ma ingredienti buoni che fanno un grande piatto, in particolare quanto per condire si utilizza un buon pomodoro crudo, della stracciatella di burrata e del profumo di basilico genovese.
Una breve nota sui pomodori datterini, arrivano dalla Sicilia ed esattamente dalla zona di Scicli in Provincia di Ragusa, la cui produzione è stata introdotta in Sicilia dalla Hazera Genetics, insieme con il più famoso pomodoro di Pachino.
Il nome datterino, lo si deve dalla sua forma a dattero e alla sua dolcezza, infatti è uno dei pomodori con più elevato tenore zuccherino che lo rende particolarmente gustoso. Il merito però più che dalla varietà sembra che sia del territorio di Scicli, un clima caldo-secco, una territorio vicino al mare che offre la possibilità d'ottenere dei pomodori dolci e profumati, per questa ragione i pomodori datterini vengono coltivati solo in Italia e in alcune zone.



Tagliolini con pomodori datterini crudi, stracciatella di burrata e basilico
Ingredienti per 4 persone
250 g di tagliolini freschi (meglio se fatti di voi, con di farina bianca, tre uova)
250 g di pomodori datterini
150 g di stracciatella di burrata
foglie di basilico genovese
30 g formaggio grattugiato

Preparati i pomodori datterini, lavarsi e farli a piccoli pezzi, metterli in una insalatiera grande e capiente, dove poi tufferete la pasta, condirli con olio extra vergine d'oliva e con il basilico spezzettato e fare marinare.
Mettere l'acqua per cuocere la pasta, salare, lessare i tagliolini, scolarli e conservare qualche cucchiaio d'acqua cottura.
Prendere qualche pomodoro datterino e tenerlo da parte
Versare i tagliolini nell'insalatiera con i pomodori datterini, aggiungere il formaggio grattugiato, qualche cucchiaio d'acqua di cottura della pasta e amalgamare bene, vi sembrerà condito quasi come una crema.
Impiattare i tagliolini, aggiungendo sopra la stracciatella di burrata, qualche pomodorino datterino tenuto da parte, un giro d'olio d'oliva e una bella macinata di pepe a piacere.


sabato 26 agosto 2017

Risotto alle ortiche e lamponi

Perché in montagna in Val Sarentino le ortiche sono sempre davanti a un bel cespuglio di lamponi maturi? Perché dico sempre tanto lo evito girandoci intorno ma poi ci finisco sempre dentro con tutte le scarpe?
Ho pensato se la natura mette insieme ortiche e lamponi un motivo ci sarà. Mi sono fatto ispirare per il risotto da un altra blogger Alessandra Asnaghi sul blog Ombra del Portico che ha pubblicato tempo fa un ottimo risotto alle ortiche, me lo sono adattato alla mia abitazione di vacanza di montagna.
Per esempio non ho adoperato il burro acido non perchè non ci stia bene ma in montagna ho una cucina ridotta al minimo ho mantecato in modo classico con burro e parmigiano, ma il metodo della mia fonte che deriva dalla cucina del grande Marchesi è più che corretto.
I lamponi devono essere secchi, qualcuno fresco solo per estetica, un risotto buono che appaga l'occhio.
In mancanza dell'ortica potete utilizzare dei semplici spinaci o erbette, il gusto cambia poco, mi raccomando nelle raccolta  delle ortiche adoperare i guanti e sopratutto raccogliere le punte le foglie più tenere e nuove.


Risotto alle ortiche con lamponi secchi e freschi
Ingredienti per 4 persone
320 g. di riso Carnaroli o Vialone Nano
crema di ortiche
brodo vegetale
burro
Formaggio grattugiato
sale, pepe, 1 bicchiere di vino bianco, lamponi secchi, lamponi freschi

Per il brodo vegetale
1 l. e 1/2 di acqua fredda
1 carota
1 cipolla bianca
1 costa  di sedano
1 patata

Per la crema di ortiche
1 mazzo d' ortiche (nette e pulite 300 g di foglie)
olio extra vergine di oliva
acqua minerale
ghiaccio

Per prima cosa preparate il brodo vegetale con l' acqua e le verdure, potete adoperare il dado vegetale io non l'ho scritto e voi non lo avete letto.

Per la crema d'ortiche: lavare le ortiche tenere solo le foglie, mettere a bollire un pentolino acqua, tuffarle quando bolle e poi metterle subito a raffreddare in acqua fredda e ghiaccio (un passaggio veloce), scolarle subito e frullarle con olio e acqua fredda, ( meglio se frizzante), dovete creare una crema, regolate di sale e pepe.

In una pentola sciogliere una noce di burro e un cucchiaio olio d'oliva extravergine versare il riso e tostarlo brevemente a fuoco vivo, aggiungere un bicchiere di vino bianco e farlo evaporare, portare a cottura il risotto aggiungendo il brodo.
A cottura quasi ultimata incorporare una parte della crema di ortiche, per la quantità mi regolo ad occhio aggiungo un po' di salsa per volta, finché non ottengo il colore desiderato  Alla fine ho mantecato con burro e formaggio grattugiato per non coprire troppo il sapore dell'ortica.
Impiatto e fuori dal fuoco aggiungo i lamponi secchi e qualche lampone fresco.

venerdì 11 agosto 2017

Imam Bayildi, le melanzane dell' Imam in Turchia

Questa volta andiamo a Istanbul, la città tra Oriente e Occidente tra Europa e Asia, si tratta di uno dei piatti che caratterizza la cucina turca. Il nome tradotto vuole dire Imam svenuto pare che Imam svenne dalla bontà di questo piatto.
Non sappiamo se è vero, l'origine di questo piatto rimane avvolto nella storia, da un parte la melanzana è stata diffusa dagli arabi nel Mediterraneo nel VII ° secolo, dall'altra uno degli ingredienti, il pomodoro viene portato dalle Americhe, ma il consumo alimentare si diffuse solo nel XVIII° secolo, in quel momento in cui la gloria dell'impero Ottomano volgeva al tramonto.
Se seguiamo bene la storia popolare turca si tratta di un piatto che sta ad indicare "mangiare bene come un sultano" una pietanza degna del banchetto del sultano, per via di due ingredienti che una volta testimoniavano la ricchezza ad Istanbul: l'olio d'oliva e la frutta secca.
Bisogna spiegare che quando in questa ricetta ci si riferisce all'Imam ci si riferisce indirettamente al Sultano, in Turchia durante l'Impero Ottomano i Sultani si avvalsero del titolo di Califfo, come capo supremo dell'islam sunnita, pertanto anche del titolo d'Imam come guida morale e spirituale del paese.
La ricetta vuole offrire una rivalsa in cui ogni persona del popolo se voleva poteva sentirsi come un sultano, una pietanza ricca che poteva competere con la ricchezza dei sapori e dei profumi delle tavola del sultano.
Una diversa origine della ricetta viene fatta risalire ad alcuni immigrati della zona est della Turchia. oggi odierna Tokat, città fondata dagli Ittiti, si distingue per una grande comunità cristiano ortodossa in un paese islamico, la ricetta tipica di questa città è le melanzane ripiene di carne d'agnello e cipolla, chiamata Karniyarich.
Sembra che la ricetta sia stato diffusa a Istanbul dalle famiglie dei militari d'origine di Tokat, come il Osman Nuri Pashà, hanno solo sostituito il rosso della carne con il pomodoro, in quanto la carne era considerato un prodotto costoso mentre il pomodoro un prodotto più a buon mercato per la paga di un soldato.
Ancora oggi è un piatto molto apprezzato della cucina turca ma anche di tutti i paesi che hanno fatto parte dell'impero ottomano, dalla Grecia alla Moldavia, un piatto della cucina povera ma con un gran sapore.
Nonostante oggi tutti mettano l'aglio, nella ricette diffuse all'inizio del '900 l'aglio non è contemplato, ogni abitante di Istanbul vi dirà che ha la ricetta originale come a Vienna della Sacher Torte, come in questo caso ogni persona ha personalizzato la ricetta a seconda del proprio gusto.

Imam Bayildi, le melanzane dell'Imam (senza aglio)
Ingredienti per 4 persone:
2 melanzane
60 g di uvetta bionda secca
5 cipolle miste bianche e rosse
8 pomodori piccadilly
2 rametti di timo
qualche foglia di Basilico
Formaggio grattugiato (personale ingrediente aggiunto)
10 cl di olio d'oliva
sale
pepe
Procedimento:
Preriscaldare il forno a (180 °).
Prendere una pirofila da forno e coprirla con carta da forno.
Tagliare in due nel senso della lunghezza le melanzane, praticare dei tagli obliqui nella parte bianca interna.
Con un pennello immerso nell'olio pennellare la pelle violetta delle melanzane.
Mettere sulla carta forno le melanzane e irrorale con 4 cucchiai d'olio le melanzane la superficie bianca delle melanzane.
Mettere in forno almeno per venti- trenta minuti a seconda della grandezza delle melanzane.
Nel frattempo prendere uvetta bionda in un bicchiere con acqua calda per farla rinvenire.
I pomodori piccadilli potete se vi da fastidio la buccia e i semi, tuffarli acqua calda e togliere i semi.
Pulite e montate le cipolle e farle a pezzi.
Togliere le melanzane dal forno, vuotarle della polpa facendo attenzione a non rompere la buccia contenitore che va conservata e messa da parte.
In una padella con 4 cucchiai d'olio, mettere al cipolla a cuocere, se necessario aggiungere acqua, quasi cotta la cipolla aggiungere la polpa delle melanzane, dopo qualche minuti, i pomodori e poi l'uva bionda sgocciolata e portare a cottura (circa 15 minuti), spegnere e regolare di sale e pepe.
Prendere una pirofila da forno e coprirla con carta da forno, versare qualche goccio d'olio. Appoggiare i contenitori delle melanzane e farcire con il composto di cipolle, per fare formare la crosticina metto del formaggio grattugiato sopra. aggiungere poco olio, timo o basilico 
Cuocere in forno per 30 minuti.
Lasciate riposare e servite calde o fredde a vostro gusto.
Buon appetito.

La ricetta ha un costo di meno di 2 euro a porzione a dire il vero 1,5 euro a persone, Calorie dai 300 ai 350 kcal a porzione, dipende molto dalla quantità d'olio adoperato. Un piatto estivo comodo che si può preparare anche in anticipo.

martedì 18 luglio 2017

Gazpacho di ciliegie con semi di zucca caramellati

Devo questa ricetta a due compagne di viaggio, ero sul treno Thello per Marsiglia, verso mezzogiorno io tiro fuori il mio yogurt bianco naturale, da monaco di clausura. 
Le mie compagne di viaggio impietosite, due signore di Barcellona mi offrono del gazpacho che tenevano in un contenitore ermetico. 
Le ringrazio dicendole che non mangio gazpacho per la mia intolleranza all'aglio e al cetriolo, ma non è salato è fatto con le ciliegie, mi dice una delle due, un gazpacho con le ciliegie? Sì.
Cosi mi faccio raccontare la storia del gazpacho di ciliegie che preparava la nonna che era originaria di Cáceres, in Estremadura vicino al Portogallo,  una città famosa per le ciliegie
Il gazpacho al pomodoro che noi tutti conosciamo è originario dell'Andalusia. Per gazpacho si intende una zuppa fredda fatta con pane, mix di verdure o frutta viene aggiunta dell'acqua. Il pomodoro è arrivato solo nell'800 ma il gazpacho è stato portato secoli prima dalla dominazione araba, non c'era ancora il pomodoro. Poteva essere fatto con verdure e salato ma anche fatto con la frutta, con quello che si aveva. Cosi da un'assaggio in treno mi si è aperto un mondo.
Fare le foto per questa ricetta è stato un lavoro lungo, ho dovuto ripeterle diverse volte, per via del colore rosso cupo che tutto sembrava tranne che un gazpacho cosi alla fine ho finiti in fondo i semi di zucca caramellati e non si vedono, come dimostra questa foto, aggiungeteli perchè ci stanno bene.
Una ricetta per tutti, vegani e non vegani, vegetariani, per i bimbi che devono mangiare a ridotto contenuto di felilalanina (PKU), per intolleranti all'aglio, per chi vuole perdere peso.
Con aggiunta d'acqua è un ottima bevanda per tutti quelli che non avvertono la sete, quando fa caldo non è facile alimentarsi, avere un gazpacho in frigorifero già pronto e fresco può essere un ottima soluzione.

Gazpacho di Ciliegie con semi di zucca caramellati
Ingredienti:
500 g. di ciliegie
1 limone 
2 fette biscottate o pane raffermo (pane aproteico in caso di Pku)
200 g. di fragole della Sila (si trovano in questo periodo)
30 g di zucchero
50 g di semi di zucca secchi
30 g di zucchero a velo vanigliato
1 cucchiaio d'olio di girasole
Procedimento:
Lavare le ciliegie e denocciolarle.
Lavare le fragole e farle a pezzi
Spremere il limone
In una ciotola, capiente mettere le ciliegie denocciolate fatte a pezzi, le fragole, il succo di limone, lo zucchero  (se piace potete aggiungere un pizzico di vanillina), le fette biscottate spezzate e fate macerare in frigorifero per una buona mezz'ora.
In un padellino mettere il cucchiaio di olio di girasole, scaldare bene, aggiungere i semi di zucca e lo zucchero a velo, fate caramellare circa 7,8 minuti e mettere su un piatto con sopra un foglio di carta da forno per evitare che i semi si attaccano e fate raffreddare.
Versare il contenuto della ciotola in frigorifero in un frullatore, per ottenere una crema liscia, se è troppo denso potete aggiungere dell'acqua, aggiustare di zucchero e limone e riporre in frigorifero.
Al momento di servire mettere lo gazpacho nei bicchieri e mettere sopra i semi di zucca caramellati e qualche foglia di menta.





lunedì 26 giugno 2017

Tè alla Menta, con Lime e Lamponi, un tè vagabondo e dissetante

Dopo avervi proposto lo scorso anno la bevanda all'anguria, acqua di rose e melissa, quest'anno vi propongo una versione di tè vagabondo, per mitigare il calore di questi giorni, un tè che io servo freddo ai miei ospiti.
La base di questo tè e il tè alla menta marocchino che si fa con tè verde e menta, personalmente preferisco adoperare anche solo la menta, chi vuole può adoperare insieme anche il tè verde, basta mezzo cucchiaino. da lasciare in infusione con la menta.
La dizione più corretta forse sarebbe infuso alla menta.
Al tè alla menta ho pensato d'unire il sapore del Lime dei Caraibi, ora si trovano in grandi quantità anche da noi e a volte costano anche un po' meno dei limoni, se avete dei limoni dal vostro albero adoperati quelli, magari scegliendo quelli più verdi , andranno benissimo.
Al profumo delle menta e all'acidità esotica del lime ho voluto unire la dolcezza dei lamponi, io ho preso dei lamponi freschi che ho raccolto camminando in montagna dalle mie parti, ma quelli del super o del mercato andranno più che bene. Dopo aver bevuto il tè si possono mangiare. In alternativa potete usare qualche cucchiaio di sorbetto di lamponi.
Un tè vagabondo perchè è il frutto della mie esperienze di vita, ho unito la tradizione del tè alla menta del Marocco che viene servito nelle tende ai margini del deserto del Sahara, con il sapore del Lime dei Caraibi e infine con i Lamponi raccolti sui sentieri nei boschi delle Alpi.
Una bevanda con un buon rapporto qualità prezzo, chi non ha in giardino della menta? Spesso non si sa cosa farne, fateci una bella bibita o un tè, i lamponi gli ho raccolti, ho comprato solo i due lime, il tè e lo zucchero di canna.

Tè alla Menta, con Lime e Lamponi
Ingredienti
1 litro d'acqua
mezzo cucchiaino di tè verde
Un bouchet di menta piperita (o la varietà che più vi piace)
2 lime o limoni verdi
1 cestino di lamponi
80 g di zucchero di canna
Cubetti di ghiaccio

Mettere l'acqua a bollire per preparare il tè
Scaldare la teiera , mettere il tè  versate un po' dell'acqua bollente e ruotare velocemente, poi buttare via l’acqua facendo attenzione a non buttare il tè, aggiungere le foglie di menta, lo zucchero di canna e irrorare con il resto dell' acqua bollente. Lasciare in infusione per circa 5/8 minuti , se invece adoperate solo foglie di menta potete lasciare in infusione anche 10-15 minuti.
Eliminare le foglie di tè verde e menta, fate raffreddare a temperatura ambiente, mettere il liquido in un contenitore chiuso ermetico in frigorifero almeno per 1 ora o il tempo che gli ospiti arrivano.
Recuperare qualche zeste di lime o limoni dalla buccia.
Mettere nel fondo dei bicchieri almeno 5 lamponi.
Mettere un ramo di menta in ogni bicchiere.
Spruzzare una fettina di lime per bicchiere.
Versare il tè alla menta.
Mettere due cubetti di ghiaccio.
Qualche buccia (zeste) di lime o limone.
Tutto qui per una bevanda rinfrescante.

Per saperne di più:  le erbe come la menta non sono consumate in grande quantità, di conseguenza molti dei benefici della salute attribuiti alla menta sono di poca efficacia.
Tuttavia nella pratica dell'infuso la menta riesce e conservare il 75% dei composti fenolici, questo ci permette d'affermare che gli infusi di menta conservano buona parte della capacità antiossidanti.
I principali antiossidanti presenti nella menta dono sono acido rosmarinico e alcuni flavonoidi.
Interessante utilizzo delle menta o meglio dell'infuso di menta nelle diete ipocaloriche, nella Günther Clinic, una delle più famose cliniche di New York, consigliano di sorseggiare durante il giorno dell'infuso di menta piperita, sembra che la menta abbia la capacità di calmare lo snacking e il bisogno convulsivo di zucchero e sale . 



mercoledì 7 giugno 2017

Hummus di ceci con gamberi e frutto della passione

Avevo degli ospiti a cena volevo preparare l'hummus di ceci ma mi sembrava troppo povero per una cena cosi mi sono messo in cerca di un idea culinaria e mi sono imbattuto in questa ricetta dello chef Cannavacciuolo.
Non ho molta simpatia per i chef in televisione ma devo dire che questa ricetta permette di servire un hummus più ricco e più raffinato.
Più che un hummus, una crema mediorientale che nella mia mente mi porta a Gerusalemme, è una crema di ceci, consiglio di cuocere i ceci in una pentola di terracotta ma potete anche prendere i ceci gia cotti, non è uguale ma se vi si siete dimenticati di metterli in ammollo.
Il frutto della passione, chiamato anche granadilla, è un piccolo frutto tropicale grande come un uovo, che arriva dal Brasile. La sua polpa fragrante contiene molti piccoli semi neri sono una buona fonte di fibra alimentare.
Sono stati fatti pochi studi clinici sul frutto della passione ma molti interessanti sull'utilizzo del succo e della buccia in particolare sull'Ipertenzione, un supplemento con aggiunta d'estratto di buccia del frutta della passione (una miscela di flavonoidi, acidi fenolici e antociani) è stato in grado di ridurre la pressione arteriosa sistolica e diastolica, senza alcun effetto secondario.
Uno studio sulle patologie degenerative delle articolazioni ha portato a considerare un'integratore con estratto di buccia e polpa di frutto della passione ha migliorato la funzionalità fisica riducendo le sintomatologie legate al dolore e la rigidità dell'osteoartrosi in particolare dell'osteoartrosi al ginocchio.
Altri studi in vitro per esempio riguardano il cancro ma necessitano di maggiori approfondimenti, quello che possiamo dire con sicurezza che si tratta di frutto ricco di d'antiossidanti in particolare antocianine della famiglia dei flavonoidi e fibre insolubili il cui ingerimento duranti i pasti contribuisce più rapidamente a fornire un senso di sazietà.



Hummus di ceci con Gamberi e Frutto della Passione
Ingredienti per 4 persone:
500 gr di ceci secchi
16 code di Gamberi
Salsa tahina q.b.
Olio q.b.
Basilico q.b.
2 Frutto della passione

Procedimento:
Lavare bene i ceci,
Mettere i ceci a bagno per 12 ore, almeno 3 litri d'acqua per 500 g di ceci.
Lavarli di nuovo e metterli in un recipiente di terracotta o coccio, coprirli con dell'acqua, cuocerli in genere ci vuole una ora e conservarli nella loro acqua.

Frullare i ceci aggiungendo l'acqua di cottura per ottenere una crema, aggiungere della salsa tahina a secondo del gusto, diciamo almeno 4 cucchiai, regolare di sale e pepe.
Pulire dei gamberi, tagliarli a metà e marinarli con olio e basilico.
Mettere i gamberi in una padella e cuocerli su ambo i lati.
Il mio consiglio è quello che invece in padella, cuocerli alla griglia su una carta da forno.
Mettere la crema di ceci nei piatti
Adagiarvi sopra i gamberi
Aggiungere la polpa del frutto della passione
Un goccio di olio d'oliva extra vergine, sale e pepe
Completare il tutto aggiungendo foglie di basilico.
Due versioni nel piatto piano e nella ciotola, complice due cene nello stesso periodo, devo dire che la versione in ciotola è stata più convincente.

martedì 23 maggio 2017

Insalata di piattoni al gorgonzola con uovo in camicia

Quant'è difficile abbinare i piattoni, non sai mai come mangiarli, tanti benefici per la salute ma come dargli un gusto un po' particolare, mi viene in aiuto Alain Ducasse.
Peccato, io l'avevo letta la ricetta sul suo libro Nature, ma chissà perché me l'ha ricordavo diversa, ho letto una cosa e me ne sono ricordato un altra, va beh tanto Ducasse mica si offende.
I suoi erano asparagi io ci ho messo i piattoni, l'uovo era alla coque e io l'ho fatto in camicia, lui metteva olio di noci io l'olio d'oliva, lui metteva il roquefort io il gorgonzola dolce, lui solo 40 g. di roquefort per 4 persone io un po di più, va beh un po' più del doppio (10 g di gorgonzola a persona non ce la posso fare), con il gorgonzola si va ad occhio, si attacca al coltello posso mica centellinarlo!
Ho sbagliato anche impiattamento non è bello da vedere cosi, allora perché ci fai vedere la ricetta se hai sbagliato tutto? Perché è buona, nonostante tutto, il periodo dei piattoni è breve ora o mai più.
Abbiamo fatto di meglio lo so, abbiate fiducia lo stesso.


Insalata di Piattoni al Gorgonzola con Uovo in camicia
Ingredienti per 4 persone :
4 uova
350 g di piattoni
80 g di gorgonzola dolce
2 cucchiai di grani di sesamo
1 c d'aceto di vino
1 c di senape
2 cucchiai di olio di noce (oppure olio d'oliva + 1 gheriglio di noce frullata)
sale e pepe
1 l di brodo di verdure

Montare e pulire i piattoni, lavarli in acqua fredda.
Scaldare il brodo di verdure e cuocerei piattoni circa 10 minuti, devono essere cotti ma non sfatti, scolarli e conservarli.
Fare a pezzi il gorgonzola.
Preparare un emulsione con aceto mostarda e olio e condire i piattoni.
Preparare le uova in camicia uno per volte in una pentola con acqua calda e un goccio d'aceto e metterli da parte.
In un piatto mettere i piattoni conditi, appoggiare l'uovo in camicia, aggiungere il gorgonzola , che secondo me è meglio schiacciare un po' con la forchetta, spolverare di sesamo, aggiungere pepe ed eventualmente altro condimento e qualche foglia di menta.
Buon appetito

Questa ricetta apporta circa 300 kcal e persona, con un buon rapporto qualità prezzo. I piattoni hanno un apporto calorico basso e un indice glicemico basso, durante una dieta ipocalorica sono consigliate di mangiare più porzioni durante la settimana perche hanno un alto indice di sazietà e diminuiscono il senso di fame tra un pasto e l'altro (magari anche senza o con poco gorgonzola ).

venerdì 7 aprile 2017

Avocado al cioccolato con melograno e pistacchi

Inizio la mia nuova sezione sulle creme vegetali, tempo libero permettendo, una serie di ricette che ho già realizzato. Hanno la caratteristica d'essere delle creme vegetali, senza utilizzo di prodotti d'origine animale.
Iniziamo con il classico: la crema all'avocado. Non è una novità in assoluto sono diversi anni che la sua polpa viene adoperata a freddo in sostituzione della panna o del latte, quando è maturo la sua polpa è bella morbida e cremosa dal sapore che può ricordare la mandorla. Un frutto che permette di rivisitare le ricette dei flan e delle creme sia per le ricette dolci che per le ricette salate che non richiedono cottura.
Ho voluto adoperare la parte esterna dell'avocado, perché mi ricorda un uovo, siamo vicino a Pasqua e possiamo fare fare un quasi simile uovo vegetale dolce, quando l'avocado è maturo viene via con facilità.
In genere non vendono avocado maturo, per farlo maturare occorre metterli nella carta da giornale e lasciarli qualche giorno fuori dal frigorifero.
Ho adoperato per zuccherare lo sciroppo d'agave perché secondo si mescola meglio con la polpa dell'avocado, in alternativa il miele oppure lo zucchero a velo che permette più facilmente di fare crema dal momento che si tratta di una crema cruda.
In questa ricetta indico la quantità degli ingredienti che però io realizzo sempre ad occhio, assaggiando è difficile non farlo ma cosi ci si rende conto se manca di qualcosa :-).
Ho decorato la ricetta con melograno e pistacchi per la mia "anima" medio orientale che ogni tanto in cucina salta fuori all'improvviso.

Avocado al cioccolato con melograno e pistacchi
ingredienti per 4 persone
2 avocado maturi
40 g di cioccolato amaro in polvere
40 g sciroppo d'agave 
1 melograno oppure una confezione di melograno già sgranato
Pistacchi in granella, fragole e menta per decorare il piatto.

lavare il melograno e ricavarne i chicchi rossi, evitare questo passaggio se acquistate chicchi di melograno già puliti.
Lavare bene i due avocado, dividerli in due e togliere il nocciolo.
Con un coltello incidere tra la buccia e la polpa dell'avocado, che viene via facilmente e conservare la buccia del frutto intera.
Mettere in un mixer o anche schiacciando con un forchetta, la polpa dell'avocado, lo sciroppo d'agave e il cioccolato amaro, si ridurrà come una crema, assaggiate e regolate di gusto a piacere per il cacao e il dolce dello sciroppo d'agave.
Prendere le buccia intere dell'avocado e distribuire uniformemente la crema al cacao.
Decorare con il melograno, qualche granella di pistacchio e mettere in frigorifero prima di servire a tavola, è consiglialbile guarnire il piatto con qualche fragola e qualche foglia di menta.
Buon Appetito

Per saperne di più:
L'avocado è un frutto arrivato sulle nostre tavole solo recentemente negli anni '80. Originario del Messico e del Guatemala, come il cioccolato, deve il suo nome alla parola atzeca "ahuactal" cioè testicolo, per la sua forma che ricorda questa parte del corpo umano.
Molte persone evitano l'avocado per i grassi contenuti, che però sono grassi monoinsaturi, delle serie dei grassi "buoni" per la salute del cuore. Un frutto interessante anche per la quantità di fibra contenuta (6,7 per 100 g.).
Dal punto di vista nutrizionale è interessante il contenuto d'antiossidanti, indice TAC è di 1933 μmo, considerato uno punteggio medio alto. Tra gli antiossidanti contenuti spiccano le Proantocianidine, una porzione 100 g di avocado crudo contiene circa 7 mg Proantocianidine, sono dei polifenoli come quelli contenuti nel vino che avrebbero la funzione di proteggere le cellule del sangue contro lo stress ossidativo.