lunedì 1 ottobre 2018

Riso basmati integrale e lenticchie del Sultano

Uno degli abbinamenti più noti del Medio Oriente è sicuramente il riso con le lenticchie, molto famoso è il Mjaddara della cucina libanese a base di riso, lenticchie, cipolla e spezie oppure il Mudjaddara egiziano riso e lenticchie al quale vengono aggiunte le cipolle fritte, prima d'essere portato in tavola. Sono dei piatti buoni ma che potrete trovare nelle famiglie delle persone comuni.
Una sera d'alcuni anni fa, meglio non dire quanti, venni invitato a una tavola molto conviviale nella casa di un personaggio d'alto rango, Sultano chiamiamolo cosi ma era un principe, dove su una tavola ricca d'ogni bene, venne offerto questo riso con lenticchie, che nulla ha dei piatti appena citati per la ricchezza e la complessità dei sapori.
In questi paesi più si sale di classe sociale più aumenta la cura delle preparazioni in cucina, la ricchezza e la varietà della disponibilità d'ingredienti come la frutta secca, le spezie e le erbe aromatiche.
Il grado culturale e sociale di una famiglia o di una persona lo si vede dalla ricchezza della tavola e della cucina.
Un riso e lenticchie cosi buono non l'ho più mangiato in vita mia, quello che ho cercato di rifare è buono è molto buono ma lo ricorda solo in parte.
La caratteristica della cucina medio orientale è d'avere alcune pietanze che hanno sia il gusto salato che il gusto dolce, per i palati europei è un approccio all'inizio un po' difficile da comprendere ma riesce a conquistare dopo un po' di tempo.


Riso basmati integrale e lenticchie del Sultano
Ingredienti per sei / per otto persone:
300 g di riso basmati integrale
250 g di lenticchie bio già cotte
250 g di olive nere denocciolate
250 g di albicocche secche
100 g di feta 
1 bouquet di prezzemolo ( in alternativa coriandolo)
1 bouquet di basilico
1 cipollotto fresco bianco o rosso
120 misto di frutta secca come mandorle, noci e pistacchi
2 cucchiaini da tè di Sumac
2 bucce di limone biologico
1 succo di limone
4 cucchiai di miele liquido ( in alternativa sciroppo di dattero o sciroppo d'agave)
Olio di oliva extra vergine
Fior di Sale
Pepe di Aleppo (in alternativa pepe nero o meglio paprika)

Lessare il riso basmati integrale seguire le indicazioni del produttore sulla confezione per la cottura, una volta cotto, lavarlo sotto l'acqua fredda per fermare la cottura.
Consiglio di salare il riso a fine cottura nella pentola prima di spegnere qualche minuto prima.
In un insalatiera mettere le lenticchie lessate e scolate, aggiungere a mano a mano gli ingredienti, le olive tritate grossolanamente, le albicocche fatte a pezzi, la feta a dadini,  la frutta secca tritata.
Fate a pezzi il cipollotto e metterlo con uno o due cucchiai d'olio d'oliva a spadellare per qualche minuto.
Aggiungere il cipollotto spadellato con l'olio al riso freddo e scolato.
Aggiungere gli altri ingredienti tagliati.
Lavare e tagliare finemente il basilico e il prezzemolo e aggiungerlo al riso e lenticchie.
Grattugiare le bucce del limone biologico.
Spremere il succo di uno dei due limoni . filtrarlo e aggiungerlo alla preparazione.
Aggiungere il miele, il sumac, un giro d'olio d'oliva extra vergine, sale e pepe.
Girare e aggiustare di sapore eventualmente aggiungere altro succo di limone, olio, sale e pepe.
Potete servirlo come in Medio Oriente su dei grandi vassoi circolari e portare i tavola in modo che gli ospiti possano servirsi da soli.
Può essere servito freddo o ancora meglio a temperatura ambiente.


domenica 16 settembre 2018

Insalata di pompelmo rosa, misticanza, noci, prugne gialle e nere

Un insalata molto settembrina e leggera da fine estate, l'idea era di utilizzare le prugne del mio giardino, in modo insolito. Abbinare la frutta all'insalata è una consuetudine che ho acquisito in Brasile a Salvador de Bahia
Tutti guardano alle prugne unicamente come effetto lassativo, grazie al contenuto di fibre e zuccheri ma le sue proprietà sono più interessanti di quanto comunemente si possa pensare. 
Tra gli studi che personalmente ho trovato più appropriati alla stile di vita moderno, sono quelli che sostengono che il consumo giornaliero di prugne può contribuire a ridurre il colesterolo alto negli uomini mentre nelle donne 12 prugne al giorno possono contrastare la perdita di densità ossea, ma voi mangiatele perché sono buone a tutto pasto nella loro stagionalità (fine estate/ inizio dell'autunno). 


Insalata di pompelmo rosa, misticanza, noci, prugne gialle e nere
Ingredienti per 4 persone:
300 g. d'insalata misticanza o altra di vostro gradimento
1 pompelmo rosa
2 prugne bianche
2 prugne nere
una decina di noci di Sorrento secche
olio d'oliva
sale e pepe

Lavare l'insalata e asciugarla molto bene
Pelare a vivo il pompelmo rosa e ricavare dei spicchi 
Lavare e asciugare e fare a fettine le prugne.
Disporre l' insalata nel piatti per fare una base
Adagiare e alternare le fette di pompelmo rosa e prugna
Mettere una mangiare di noci spezzettare in ogni piatto
Condire con olio d'oliva, sale e pepe se piace in alternativa una vinagrette al miele.

domenica 9 settembre 2018

Sorbetto alle prugne

Quest'anno sono pieno di prugne, i pochi alberi che ho in giardino hanno dato un contributo notevole alla nostra alimentazione, cosi ho pensato di trasformare le prugne in un sorbetto fresco visto anche il caldo di questi giorni di settembre.
Ho saltato il passaggio classico della polpa di frutta con lo sciroppo di zucchero perché le prugne contengono già molta acqua.
Mi raccomando non vanno sbucciate la particolarità del gusto della prugna è nella buccia più che nella polpa, da un colore al sorbetto forse un po' troppo scuro ma piacevolmente aspro.
Da un chilo di prugne si può ottenere circa 600/700 g di sorbetto per sei/sette porzioni.
Un sorbetto da fare quando le prugne sono mature e sono in abbondanza come quest'anno dalle mie parti.


Sorbetto di prugne 
Ingredienti:
1 kg di Prugne
150 g di zucchero
3 cucchiaini di acquavite di prugne o liquore alle prugne in alternativa kirsch
il succo di un limone filtrato
Pulire bene le prugne, tagliarle in due o in quattro.
Prendere una pentola capace di contenerle aggiunge acqua, poca acqua perché le prugne già contengono molta acqua l'equivalente più o meno di 100 g., coprire la pentola mettere a fuoco medio e fare cuocere mescolando all'inizio spesso poi di tanto in tanto, spegnere quando le prugne sono cotte e morbide, una ventina di minuti in genere e fate raffreddare.
Prendere una parte delle prugne in un altra pentola aggiungere lo zucchero e fate cuocere affinché lo zucchero si scioglie.
Togliere dal fuoco e mescolare con l'altra metà delle prugne, aggiungere il liquore e metà succo di un limone o d'arancia (quello che avete a casa), lasciate raffreddare per almeno 8 ore, potete metterla una volta fredda anche coperta in frigorifero.
Trascorso il tempo indicate preparate il sorbetto con la gelatiera seguendo le indicazioni del produttore a meta lavorazione personalmente mi piace aggiungere un albume d'uovo montato.
Per chi non ha la gelatiera mettere il composto in congelatore trascorso qualche ora frullate il composto con un frullatore potente e poi rimettere in congelatore , ripetere l'operazione più volte almeno due volte.
Tenerlo in congelatore almeno una notte e il giorno dopo è pronto da consumare, l'ho servito con qualche buccia d'agrume sopra.


domenica 26 agosto 2018

Sorbetto al Sambuco e Gewürztraminer

Una preparazione molto semplice adatta a tutti anche a coloro che non hanno una gelatiera. Una volta avevo la pazienza di farlo in casa lo sciroppo di sambuco, ora compro dello sciroppo di sambuco in agriturismo, in particolare in Alto Adige.
Dalle mie parti i fiori di sambuco per fare lo sciroppo si raccolgono il giorno di San Giovanni per tradizione, fino a qualche anno fa era di buon auspicio nel giardino di casa avere una pianta di sambuco.  
Al di là delle molto leggende sul sambuco e i suoi fiori, per molti anni è stato considerato la vaniglia dei poveri in effetti prima dell'arrivo delle bacche di vaniglia o vanillina, o per lo meno del suo costo più accessibile, erano i fiori che davano profumo ai dolci come lo sciroppo di rose (tipico di Genova e delle Liguria), lo sciroppo di fior d'arancio, la camomilla, in Europa nelle regioni alpine era più facilmente diffuso lo sciroppo di sambuco.
Si possono utilizzare anche le bacche del sambuco con il quale si fanno delle gelatine e delle confetture.
Per fare un buon sorbetto al sambuco io aggiungo il 50% di acqua minerale liscia o anche l'acqua del rubinetto, aggiungo anche del succo di un limone (se il vostro sciroppo di sambuco lo contiene già potete ometterlo ) e qualche cucchiaio di vino in genere aggiungo del bianco come il Traminer Aromatico (Gewürztraminer) oppure del bianco più neutro come Sylvaner della Val d'Isarco, per dare una nota più acidula e un profumo aromatico che rinforza il profumo del sambuco. Non si aggiunge zucchero perchè lo sciroppo è già dolce.

Sorbetto al Sambuco al Gewürztraminer
500 g di sciroppo di fiori di sambuco
250 g acqua
il succo di un limone spremuto filtrato (facoltativo)
6 cucchiai da minestra di vino bianco Gewürztraminer
1 o 2 albumi montati

Mettere insieme tutti gli ingredienti nella gelatiera mescolare e seguite le istruzione della marca per fare il sorbetto a metà lavorazione aggiungere il bianco d'uovo montato e ultimare la preparazione.
Se non avete una gelateria nessun problema, ripartire il liquido ottenuto nelle vaschette del ghiaccio, dopo 1 ora o due, tritare con un frullatore potente i cubetti di sorbetto solidificati, aggiungere, l'albume montato e mescolare bene e ripartire di nuovo nuovo cubetti di ghiaccio. Dopo qualche ora frullarli di nuovo con il frullatore e metterli in un recipienti in freezer per almeno mezza giornata.
Si può fare anche senza albume montato ma con albume montato mi da l'idea più simile a un gelato.

mercoledì 25 luglio 2018

Sorbetto al Pompelmo Rosa e Campari

Si poteva mica fare un sorbetto solo al pompelmo? Ultimamente trovo dei pompelmi rosa molto di coloranti che tendono quasi al rosso e devo dire che mi piacciono molto, in questa stagione arrivano più dal Sud Africa che da Israele
Ispirazione di questo sorbetto me lo ha dato un cocktail in un bar dove hanno servito succo di pompelmo rosa e Campari con ghiaccio, un gusto molto accattivante che accentua il colore rosso e quel retrogusto un po' amarognolo che rinfresca dal caldo estivo, perché non farci un sorbetto ?
Siccome mi è presa la stupidera, mi piace il Campati per il colore rosso che da al sorbetto, decidete voi quando fermarvi con i cucchiai di Campari.

Sorbetto al Pompelmo Rosa e Campari
Ingredienti
500 ml di succo di pompelmo rosa filtrato (circa 3 o 4 pompelmi rosa a seconda delle dimensioni, pesarlo dopo avere spremuto i pompelmi)
100 g d'acqua
70 g di zucchero
7 cucchiai di Campari (se come me piace il Campari)
1 albume (facoltativo)

Preparato lo sciroppo: fate bollire l'acqua, lo zucchero e la scorza di almeno un pompelmo per qualche minuto, spegnere il fuoco e fare raffreddare.
Togliere la buccia dallo sciroppo e aggiungere il succo di pompelmo rosa e il Campari.
Mettere in una gelatiera e seguite le spiegazione per fare il sorbetto secondo la marca, in genere per mantecare il sorbetto più o meno dai 20 ai 30 minuti.
Se piace a metà lavorazione del sorbetto potere aggiungere un albume d'uovo montato a neve ferma.
In mancanza di una gelatiera versare il preparato in un grande piatto rettangolare e farlo raffreddare nel congelatore, almeno per 4 ore. se riuscite ogni 30 minuti circa, lo prelevate lo rompete e mettere in un frullatore potente e lo rimettete in congelatore, così da avere una consistenza più fine.
Prima di portarlo in tavola lo lascio in congelatore almeno un giorno cosi si rassoda bene.



giovedì 19 aprile 2018

Pastiera Molisana chez Angelina

Una ricetta già pubblicata nel 2014 ma che pubblico di nuovo su richiesta d'amici, parenti e conoscenti (basterebbe guardare la cronologia). La ricetta diversa rispetto alla pastiera che preparano a Napoli, la cui storia la potete leggere nel post del 2014. 
Nella pastiera della Signora Angelina, non c'è il grano, viene fatta con il riso e della ricotta sarda, più una crema alla vaniglia, non c'è pasta frolla ma una pasta sottile, credo sia diversa dalla Pastiera Classica Napoletana. Una ricetta fatta in famiglia per meglio dire..

Pastiera Molisana chez Angelina
Ingredienti: 

Per la pasta:
300 g di farina
50 g di burro o strutto
1 o 2 uova
1 cucchiaio di zucchero

Per cuocere il riso:
150 g di riso
mezzo litro di latte
un pizzico di sale

Per la crema :
500 latte
2 uova
2 cucchiai colmi di farina
4 cucchiai di zucchero
rum per dolci

Per la crema di ricotta con:
500 ricotta sarda

200 g di zucchero
7 uova
cedro candito quantità a piacere
arancio candito quantità a piacere
cannella, molta cannella
acqua di fior d'arancio, quantità a gusto personale

Procedimento:

- Per cuocere il riso, mettere il riso e il latte e un pizzico di sale in una capace pentola, quando bolle spegnete mettete il coperchio e fate in modo che il riso assorba il latte, ci vorrà circa mezz'ora.

- Preparate la pasta, su un tavolo mettere a fontana la farina, fate un incavo in mezzo e mettere il burro sciolto, le uova e lo zucchero, incorporate gli ingredienti poco per volta, lavorate la pasta ottenuta per qualche minuto, formate una palla e copritela.

- Tagliare il cedro candito a piccoli pezzi
- Tagliare l'arancio candito a piccoli pezzi
- Fare sgocciolare la ricotta e poi lavorarla a crema con una forchetta

- Preparare la crema, sbattere le uova con lo zucchero, poi aggiungete la farina, sbattete ancora e infine aggiungete il latte e il rum o vanillina a piacere, mettete sul fuoco e cuocete alla rosa piano girando finché si addensa, spegnere il fuoco e fare intiepidire.

- In una capace contenitore mettete il riso cotto, la crema, mescolate aggiungete il cedro candito, la ricotta, le uova, l'acqua di fior d'arancio, la cannella e lo zucchero, mescolate e coprite.

- Stendete la pasta con il mattarello in modo fine
- Coprite il fondo  e i bordi della tortiera
- Mettete il ripieno e fate le strisce classiche.
- In forno a 180° per 1 ora, fate la prova dello stecchino deve essere asciutta dentro. 

- Togliere dal forno e fare intiepidire.

- Si può portare in tavola così, oppure decorare con zucchero a velo, cedro candito, arancio candito, limone e foglie di rosa.

sabato 31 marzo 2018

Frattaglie di agnello con patate, semi di finocchio e alloro

Una ricetta della tradizione, una ricetta forse da uomini, comune a molte culture culinarie si va dal percorso dei greggi delle Alpi tra Italia e Austria in Val Senales alle montagne del Libano.
Il motivo è molto semplice da sempre in tutto il mondo si fa di necessità virtù, le frattaglie sono la parte meno appetibile delle carni d'agnello e rimaneva ai pastori.
Questa ricetta arriva dall'Abruzzo ed esattamente da un mio soggiorno nel paese di Scanno.
Non sono un amante della carne, tutt'altro ma questa preparazione me la concedo una volta all'anno, chiedo scusa a i mie lettori vegetariani per una volta.
La difficoltà della preparazione oltre che nel pulire le frattaglie molto bene in particolare il polmone sotto l'acqua fredda e che tutti questi ingredienti richiedono tempi di cottura diversi.
Se siete molto bravi o brave in cucina potete cuocerli nella stessa padella mettendo prima le patate e poi le frattaglie oppure potete fare come me che ho preso l'abitudine di cuocere patate e frattaglie divise mescolandole per pochi minuti alla fine, in questo modo eviterà d'avere della delle patate cotte e della carne carbonizzata
Sono molto importanti in questo piatto i semi di finocchio e le foglie di alloro non sostituibili con altre erbe o spezie, danno un ottima aroma e un gusto particolare alla ricetta.

Frattaglie di agnello con patate, semi di finocchio e alloro
Ingredienti:
Frattaglie di agnello in alcune regioni si usa il termine anche coratella
Due cipolline fresche
500 g di patate
semi di finocchio, qualche foglia di alloro
Olio d'oliva extra vergine

Pulire bene le frattaglie e farle a piccoli pezzi con una forbice o un coltello
Pulire e pelare le patate e farle a piccoli pezzi
Pulire e fare a pezzi le cipolline
In una padella mettere qualche cucchiaio d'olio d'oliva, metà delle cipolline fatte a fette, fare dorare leggermente e aggiungere le patate, cuocerle fino quasi a completare la cottura lasciandole indietro qualche minuto.
In un altra padella fare la stessa cosa, mettere qualche cucchiaio di olio d'oliva, metà cipolline fresche, fare dorare leggermente e aggiungere le frattaglie fatte a piccoli pezzi, i semi di finocchio e l'alloro le foglie spezzettate o intere e portare a cottura.
Qualche minuti prima di portare a cottura le frattaglie mescolare le patate e amalgamo le patate con le frattaglie, spegnere il fuoco, salare a secondo del gusto e portare a tavola.

Per saperne di più semi di finocchio:
Foeniculum vulgare chiamato anche finocchio selvatico o finocchietto, da questa piante si possono adoperare sia i fiori che i semi più comunemente noti come semi di finocchio. 
Si tratta di una delle piante più conosciute del bacino del mediterraneo, l'uso fitoterapico dei semi di finocchio proviene da medici dell'antica Grecia. Gli egiziani probabilmente li conoscevano prima di loro. Questi usi sono stati ripresi dai Romani, che li hanno diffusi in tutta Europa e in Oriente. anche la  medicina ayurvedica in India e la medicina tradizionale cinese hanno incorporato la pianta e i suoi semi nella loro farmacopea ufficiale.
Secondo molti ricercatori come tisana possono aiutare ad alleviare le coliche infantile, negli adulti allevia i disturbi legati alla digestione, la flatulenza e la mancanza d'appetito.

giovedì 22 febbraio 2018

Labneh libanese con melograno, pistacchi e menta

Andiamo in Medio Oriente per conoscere una delle preparazioni antiche più note il labneh
Alcuni documenti storici sull'alimentazione dell'Antico Regno Egizio, ci parlano del labna. In Egitto il clima era molto caldo, non si poteva mantenere il latte fresco cosi parte veniva trasformato in yogurt, da cui si produceva il labna una crema di formaggio molle.
Secondo alcune fonti storiche furono proprio gli Ebrei che guidati da Mosè verso le terre di Canaan portarono dall'Egitto in Medio Oriente la ricetta della preparazione del Labneh.
Secondo altre fonti invece furono gli Ebrei, popolo nomade che quando si spostarono nelle terre sul delta del Nilo portarono la preparazione del Labneh in Egitto.
Quello che noi oggi possiamo affermare è che il Labneh, Labni, Lebnio o Labna  che da noi è più conosciuto come prodotto fresco dai beduini, i nomadi del deserto, tradizionalmente veniva essiccato a forma di palline e ricoperte di erbe e spezie, in modo comodo si superava il problema della conservazione e del trasporto. Una tradizione che se non chiarisce l'origine però spiega le ragioni della diffusione in un territorio di tribù nomadi.
Il Labneh è una delle preparazioni più popolare degli antipasti "mezze", solitamente viene servito aromatizzato con la menta, il timo e l'olio d'oliva accompagnato da pane pita.
Il suo sapore dipende in gran parte dal tipo di latte utilizzato: il labneh del latte vaccino ha un sapore piuttosto delicato, ma più frequentemente si usa il latte di pecora, capra in Arabia Saudita e in altri paesi del Golfo si utilizza anche il latte di cammella o di dromedaria.
A incidere sul suo sapore è anche l'olio d'oliva, le spezie e le erbe aromatiche, in Oriente spesso si usa lo Za'atar, un misto d'erbe e spezie locali.
Nei paesi da me frequentati cioè Iraq, Giordania, Libano, Palestina, Israele, il Labneh viene prodotto togliendo il liquido dallo yogurt fino a ottenere una consistenza simile a quella di un formaggio cremoso.
Semplicemente bisogna fare in modo che lo yogurt perda la sua parte d'acqua, ci vuole qualche ora, il risultato e un composto cremoso con un sapore che ricorda la panna acida ma più inteso, mi piace servirlo come antipasto, per renderlo più tipico ho aggiunti i pistacchi, il melograno e la menta che rappresentano molto il Medio Oriente.
In questa preparazione mi piace adoperare lo yogurt greco perchè è già denso, mi accelera i tempi, rende di più, ma potete anche usare un comune yogurt di latte intero.

Labneh libanese con melograno, pistacchi e menta
Ingredienti per sei/otto persone:
250 g di yogurt Greco bianco intero o a ridotto contenuti di grassi
250 g di yogurt di pecora o capra bianco
Olio d'oliva extra vergine
20 g di pistacchi sgusciati
50 g di chicchi di melograno
qualche foglia di menta
Strumenti:
Garza o pezzo di stoffa cotone bianco
Colino

Miscelare i due yogurt con due pizzichi di sale in una ciotola.
Ricoprire di garza o cotone il fondo di un colino.
Appoggiarlo a una ciotola o un pentolino in modo da raccogliere l'acqua che scende dalla garza.
Versare la miscela dei due yogurt, chiudere con una garza e appoggiare sopra un peso, tipo una scatola di piselli o tonno, in questo modo si accelera il processo di perdita del liquido.
Mettere in frigorifero.
In genere bastano 12 ore per un labneh cremoso ma 24 ore garantiscono un labneh più consistente.
Tolgo la garza dal colino, ricavo il labneh che metto in un contenitore ermetico chiuso in frigorifero, dove si conserva anche 1 settimana.
Al momento di servirlo, lo metto in una ciotola aggiungo il sale e l'olio d'oliva e mescolo, guarnisco sopra con i chicchi di melograno, pistacchi e foglie di menta.

giovedì 25 gennaio 2018

Tortino di formaggio gorgonzola e mascarpone con albicocche secche, pistacchi e nocciole

Ricetta molto originale e dal gusto ricco, qualche anno indietro la proponevo come terrina me poi ho trasformato la ricetta in tortino individuale di formaggio, nascosto da foglie d'erbette e decorato con panna montata salata con aneto e buccia di clementine.
Nata come ricetta estiva da mangiare sul pane con qualche pomodoro, l'ho trasformata per un antipasto di un menù delle feste per l'inverno.
Si può sostituire le erbette, con le foglie di spinaci oppure delle foglie di radicchio di verona a seconda della disponibilità stagionale.
Se poi siete in vena di golosità ad d'effetto wow si può aggiungere alla fine del composto di formaggio circa 200 g di panna montata!


Tortino di formaggio gorgonzola e mascarpone con albicocche secche, pistacchi e nocciole

Ingredienti per sei tortini o 1 terrina da plum cake:
250 g di formaggio mascarpone
250 g di gorgonzola cremoso
100 g di albicocche secche
30 g di nocciole tostate
30 g di pistacchi non salati
1 mazzo di erbette
2 cucchiai da tè di miele
Mezzo limone
1,5 foglio di gelatina (o due fogli di gelatina)
per decorare
3 clementine
Aneto
100 g di panna da montare

Mettere a bagno i fogli di gelatina in acqua fredda
Fate scottare le erbette in acqua bollente qualche minuto, scolarle e metterle in acqua fredda e ghiaccio per non farle perdere il colore. Poi prenderle una a una e tamponarle con carta da cucina o uno strofinaccio per asciugarle bene. Se il centro e troppo coriaceo va tolto deve rimanere solo la parte verde. Al posto delle erbette potete adoperare anche gli spinaci oppure il radicchio.
Fare sciogliere sul fuoco lento a bagnomaria insieme il gorgonzola con il mascarpone, quando sono ben sciolti, prendere la gelatina strizzarla bene bene e farlo sciogliere nel composto di formaggio, togliere dal fuoco e fare raffreddare.
Intanto tagliare a piccoli pezzi le albicocche secche.
Preparare i ramequin o i contenitori per i tortini, andrebbero rivestiti di carta trasparente per alimenti, io preferisco imburrargli leggermente con del burro fuso e un pennello da cucina.
Rivesto i contenitori dei tortini di foglie d'erbette.
Amalgamo al composto di formaggio, le albicocche secche, le nocciole, i pistacchi, il miele e qualche goccia di limone.
Suddivido il composto nel contenitori e chiudo delicatamente con le foglie d'erbette.
Metto a riposare il frigorifero per almeno 5 ore.
Potete anche prepararli uno o due giorni prima.
Al momento di servire prelevo le bucce da una clementina o o un arancia, taglio a fette le clementine, monto la panna senza zucchero e alla fine unisco l'aneto tagliato.
Tolgo il pirottini dal frigorifero e sformo i tortini
Adopero le fette delle clementine come base, appoggio i tortini, forme delle quenelle di panna e aneto e le metto sopra decorando con aneto e zeste ( bucce) di clementine.